Ho concluso la prima parte di queste mie dissertazioni, allibita di fronte all'ennesima bagarre di personaggi intenti a urlare agli astanti le loro opinioni.
Eppure non posso e non voglio demonizzare in toto lo strumento televisivo, ci sono programmi sia di intrattenimento che di attualità come pure di informazione e di cultura che attirono il mio interesse ( ho escluso lo sport perchè visto in televisione non riesce a coinvolgermi ), ma sono pochi e il più delle volte trasmessi a delle ore improponibili; probabilmente perchè non fanno audience, non riescono a raggiungere quello che in termine tecnico viene chiamato " share ". Mi rendo conto che la maturità mi ha reso più selettiva, più critica, mi disturbano quasi a livello epidermico trasmissioni senza nè capo nè coda il cui contenuto è talmente banale e superficiale che l'intermezzo pubblicitario che le interrompe viene da me percepito come un alito di aria fresca; il chè è tutto dire!.
Il mio preferito rimane comunque e sempre lo strumento radiofonico, ascolti e non vieni distratto dalle immagini; sono di un'altra generazione quando la TV era ancora agli albori e non era entrata ancora in tutte le case, per impossibilità o per scelta. Con la radio puoi aggirarti per casa, affacendata nelle tue mansioni, che la musica ti accompagna e la voce radiofonica ti segue tenendoti compagnia. Anche il giornale radio rispetto al telegiornale è più "soft"; le notizie, seppur a volte tragiche, sono le stesse, ma non ti vengono sbattute sotto gli occhi in maniera talmente cruenta che a volte mi chiedo ( e spero vivamente di sbagliarmi) non ci sia una qualche sorta di compiacimemto. Sicuramente se ciò avesse anche una seppur minima giustificazione, ho comunque l'impressione che non si tenga conto sufficentemente della dignità umana e del rispetto che sempre bisogna riconoscere a chi è colpito da una avversità. Ancora ricordo, da bambina, nei grigi pomeriggi invernali, quando nel camino scoppietta un fuoco allegro che scalda e illumina la stanza, e la mamma che ci chiama per la merenda. Sento ancora il sapore, il gusto di quella croccante fetta di pane "adorna" di pomodoro e insaporita da un filo d'olio; buonissima!! Dicevo; con la merenda fra le mani ci sediamo attorno a questo apparecchio, che allora aveva le dimensioni di un piccolo mobile, e alle ore 16, o giù di lì, il conduttore tutti i giorni legge un capitolo di un libro per ragazzi. Non si limita solo a leggere, ma produce tutti quei suoni a completamento della storia che la rendono più accattivante e intrigante. E alla fine di questa mezz'ora di avventura ci saluta e, come un caro amico, ci da appuntamento per l'indomani.
Ma le emozioni non finiscono perchè dopo il programma ci sono le " riflessioni " di noi bambini, riviviamo l'avventura esprimendo le nostre osservazioni, le nostre emozioni condividendole fra noi e alla fine coinvolgendo anche la mamma e il papà ( quando presente), in una parola DIALOGO. Mi sono resa conto solo molto più tardi quanto importanti siano stati quei pomeriggi.
Se chiudo gli occhi mi rivedo ancora intorno al focolare, sento ancora il profumo del pane che esce dal forno, delle caldarroste che scoppiettano sul fuoco e l'odore della legna che brucia: si! percepisco questi odori, questi profumi, come si sprigionassero ora, in questo istante. Mi capita, come penso a molti, di percepire un profumo "antico" e improvvisamente venire proiettata in un tempo lontano: il profumo delle mele cotogne; e all'improvviso sono nella casa della nonna di fronte al baule della biancheria che sprigiona questo profumo. Il profumo della cannella; ed eccomi di fronte al grande albero di natale, pieno di frutta: mandarini, noci, bastoncini di cannella, poi fiocchi di vari colori e batuffoli di cotone per emulare la neve. Odo perfino lo scalpiccio frettoloso dei passanti e le risate dei bambini che giocano con la neve e ai quali fra un momento mi unirò, non prima di avere indossato guanti e cappotto altrimenti !! chi la sente la nonna!!
La nonna, questa preziosa figura che ancora mi accompagna, la mia mano di bambina nella sua, ruvida e rugosa eppure così sicura, protettiva, a volte necessariamente severa, sempre prodiga di carezze; vedo ancora la sua figura un pò curva vestita di nero, ma radiosa, il sorriso sempre irradiava dal suo volto bello quasi regale eppure così dolce, illuminato dagli occhi azzurri indagatori (non le si poteva mentire) . Guai a noi bambini quando quegli occhi si tingevano di blù, qualcuno di noi aveva fatto una marachella e doveva aspettarsi la conseguente punizione. Niente di sconvolgente, ma pur sempre una punizione, a volte era il "colpevole" stesso a sceglierla e non è mai stata messa in discussione dalla nonna; altri tempi, altri bambini e soprattutto altre nonne. Questa donna meravigliosa che ha dedicato tutta la sua vita agli altri, che non ha mai chiesto nulla per sè, che se n'è andata in punta di piedi, silenziosamente addormentandosi senza più un risveglio, le sue ultime parole per me "buona notte piccola mia, fai bei sogni".
Arrivederci alla " parte terza".
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